Storia Palazzo Benveduti
PALAZZO BENVEDUTI
Sec. XVIII
Il Marchese Bartolomeo Benveduti, laureato a Bologna nel 1720 in filosofia e legge, ma incline anche nel
disegno e nell’architettura, unificando le preesistenze edilizie dell’area, realizzò il palazzo di famiglia
che si affaccia su Via Gabrielli e su Via Ondedei. Probabilmente ciò avvenne dopo che Papa Benedetto
XIV, con chirografo del 9/11/1748 eresse in Marchesato la tenuta di Burano per lui e i suoi discendenti.
L’edificio, semplice nella struttura esterna, si presenta particolarmente elegante nell’interno, con i gradevoli
effetti prospettici dell’ingresso: atrio-cortile-giardino. Dopo l’ampio atrio con quattro colonne,
lo scalone luminosissimo con balaustra di marmo pregiato, decorazioni a stucco e statue raffiguranti la Forza (Ercole)
e la Bellezza (Venere), ci accompagna al piano nobile caratterizzato da una sequenza di stanze con una fuga
di portali marmorizzati e pregevoli porte in noce con specchiature lastronate in radica
di olivo e di noce. Il salone principale ha la volta decorata con architetture prospettiche che creano
l’illusione di un’apertura verso l’esterno. Dal 1902 il palazzo è proprietà, sede sociale ed operativa dell’Ass.
Società Generale Operaia Eugubina di Mutuo Soccorso, che in questi ultimi anni lo ha recuperato ad uso
abitativo per i propri soci e utilizzando il piano nobile come uffici per Enti a carattere Nazionale.